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Consumismo

Cause

Australian wild flowers everlastings in bush and Consumption. Image by Information for Action

Con il pieno incoraggiamento dei rispettivi governi, i paesi sviluppati hanno cominciato sostanzialmente ad abbracciare il consumismo e l’avidità come se fossero delle dottrine religiose. Ciononostante, è buffo constatare che nella creazione di una società con infinite ambizioni, abbiamo allo stesso tempo creato una società destinata alla perenne insoddisfazione.

La forma delle nostre città e metropoli sono cambiate drasticamente. I negozietti indipendenti e locali sono scomparsi da tempo, sostituiti da grandi “templi del consumismo” periferici. Siamo bombardati quotidianamente da messaggi pubblicitari sugli ultimi oggetti “indispensabili” dei quali non possiamo fare a meno. Ci identifichiamo sempre di più con oggetti materiali. La crescente tendenza all’isolamento ci fa perdere i legami con i nostri amici, familiari e vicini e ultimamente anche con noi stessi, cercando disperatamente di rimpiazzare i nostri vuoti emotivi con beni materiali. Dovremmo cominciare ad opporci al consumismo e renderci conto che non siamo quello che guidiamo o quello che vestiamo. Una borsa od un paio di scarpe non dicono nulla su chi siamo veramente.

In quanto consumatori possiamo ora votare con i nostri portafogli, visto che sono i nostri acquisti ad dare indicazioni ai fabbricanti su quello che vogliamo. I prodotti “verdi” sono alternative ai prodotti standard con minore impatto ambientale. Abbiamo sempre più la possibilità di comprare non solo prodotti Verdi ma anche etici, quelli che non si limitano al semplice fatto di minimizzare l’impatto ambientale ma cercano anche di incoraggiare un commercio responsabile ed aboliscono lo sfruttamento dei lavoratori.

In ogni caso, è ormai ovvio che i prodotti verdi rappresentano un grosso business. I consumatori sembrano ottenere quello che vogliono, con una domanda crescente di compagnie che reclamizzano i loro prodotti e servizi come verdi o etici. E questa situazione si sta rivelando preoccupante visto che la maggior parte dei consumatori non ha a disposizione molte prove dell’effettiva appartenenza alla categoria “verde” di tali prodotti. Mentre alcune compagnie stanno avanzando a passo spedito nell’assumersi le proprie responsabilità attraverso la riduzione del loro impatto sul pianeta ed i suoi abitanti, altri stanno semplicemente saltando sul carro della moda “verde”; fanno tante chiacchiere ma alla fine presentano pochi fatti. È la cosiddetta “mano di verde”. La compensazione o l’eliminazione del carbone è forse l’area che risente maggiormente del fenomeno della “mano verde”. Con l’aumento della consapevolezza riguardo ai mutamenti climatici, c’è sempre un maggior numero di gente che vorrebbe far qualcosa per ridurre il proprio impatto e diminuire le cosiddette impronte di carbone. Queste persone sono disposte a pagare per avere una parte o tutte le loro impronte di carbone compensate dall’innesto di nuovi alberi o lo sviluppo di energie rinnovabili. In ogni caso, i consumatori hanno ben poche garanzie che i loro soldi stiano andando nel posto giusto e non stiano semplicemente gonfiando le tasche di qualche avida compagnia.

I problemi inerenti alla falsità dei prodotti Verdi od agli schemi di compensazione sono a doppia azione. Per prima cosa, la gente viene indotta a selezionare certi prodotti o servizi piuttosto che altri con un maggior potenziale di ecosostenibilità ed inoltre c’è il rischio che la gente si senta sollevata da ogni responsabilità scegliendo prodotti Verdi, oppure semplicemente compensando le proprie emissioni di carbone. Forse la vera soluzione consiste in un approccio più radicale. Invece di perseguire il proprio stile di vita consumistico ed avido di risorse al quale siamo abituati per poi pagare qualcuno che pianti alberi per scaricarci la coscienza, dovremmo cominciare ad occuparci realmente di ciò che è veramente importante.

I costi derivanti da un consumo smisurato delle risorse mondiali sono enormi. Alcune risorse non sono illimitate e alla fine si esauriranno. Le grandi quantità d’energia richieste per condurre lo stile di vita consumistico dei paesi sviluppati stanno producendo enormi quantità d’anidride carbonica che sta avendo, e continuerà ad avere, un impatto assai dannoso sulla terra. Le nostre continue pretese stanno danneggiando il pianeta in tutti i modi possibili. I preziosissimi terreni agricoli dei paesi in via di sviluppo vengono sfruttati per la coltivazione di raccolti “fruttuosi” in termini economici come il caffé, il tè, il cotone ed il cacao per essere poi destinati ai paesi sviluppati, invece di essere utilizzati in modo sostenibile per nutrire le comunità locali. La produzione di massa di tutti i nostri desideri materialistici comporta l’impiego di vaste quantità d’energia creando notevole inquinamento e, nella maggior parte dei casi, lo sfruttamento dei lavoratori più poveri del mondo.

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